Un gigantesco monolite di arenaria rossa, nel cuore del deserto australiano, è immerso nel mistero e nella leggenda. Era il lontano 1873 quando nelle aride regioni del Territorio Settentrionale australiano, l’esploratore William Gosse, scoprì, a sud di Alice Springs, una fila di cumuli di roccia a forma di cupola. Il più impressionante era il grande monolite rosso che egli denominò “Ayers Rock”, dal nome del primo ministro australiano, Sir Henry Ayers. Gosse ignorava però che la roccia, che all’alba e al tramonto si ammantava di vivaci colori, aveva già un nome, Uluru, assegnatole dagli Aborigeni. Il blocco si erge 335 m sopra il deserto circostante con una circonferenza di 9 km e ogni fessura, fenditura, rientranza, protuberanza e striatura della sua superficie aveva un significato per gli Aborigeni. Tutti i segreti geofisici lasciati dal tempo sul corpo di Uluru rivestono significati tramandati da leggende, fiabe o canzoni. Nelle pieghe della roccia gli Aborigeni vedevano la lucertola, Kandju, che qui venne alla ricerca del boomerang che aveva smarrito. Sul lato nord si scorgono i famosi segni che i non Aborigeni hanno denominato “il Cranio”, poiché il disegno dei solchi ricorda la testa di un uomo. Ogni caverna alla base della roccia svolgeva una precisa funzione dei rituali degli Aborigeni. Nelle caverne e nelle grotte di Ayers Rock abbondano incisioni tracciate sulla roccia. Alcuni dei disegni più sacri sono ritenuti di origine non umana. Molti motivi hanno significati iniziatori o legati alla fertilità mentre altri, risalgono al tempo mitologico dei Sogni. La roccia color ruggine dell’affascinante monolite, è costituita in prevalenza da arenaria sedimentaria che si sfalda come il serpente si spoglia della pelle morta, ma pur disgregandosi, Ayers Rock mantiene la forma originale.
La roccia è una trappola naturale per l’acqua e attorno alla sua base stanno undici sorgenti che forniscono una riserva liquida preziosissima per la gente del luogo, per gli animali di passaggio e per la fascia di vegetazione che cresce sul posto. Tracciati sulla roccia delle caverne vi sono molti dipinti sacri, di cui alcuni destinati solo alle donne e altri solo agli uomini. Nel 1978, una donna europea che visitò un luogo tabù fu minacciata di morte. La grotta del Canguro-lepre di Mala, in cui i non Aborigeni non si azzardano più ad entrare, è uno dei luoghi in cui i ragazzi indigeni vengono iniziati alla tribù. Conosciuta come “il cuore morto” degli Australiani bianchi, Ayers Rock sta diventando una grandissima attrazione turistica. Sono pochi i visitatori che non si stupiscono dell’intensità di emozioni da cui vengono colti quando si trovano di fronte a quella che è, in definitiva, solo una gigantesca massa di roccia rossa del deserto australiano. Ma nonostante tutto il magico fascino che da essa emana, la roccia resterà l’Uluru degli Aborigeni che si considerano i custodi di un paesaggio simbolico trasmesso loro in eredità di antenati.